Albino Prima: breve storia di un fallimento (per chi non ha memoria)

In questo articolo vogliamo ricordare alcuni passaggi della vicenda riguardante il fallimento della società immobiliare Albino Prima, che realizzò, senza mai completarlo, il Valseriana Center.

Vogliamo ripercorrere questa storia, lunga quasi 15 anni, per mettere in luce chi l’ha voluto e chi l’ha realizzato.

Ottobre 2002 – Amministrazione Cugini (Rizzi Vicesindaco): il Comune di Albino sottoscrive con Regione Lombardia e l’imprenditore Zambaiti un Accordo di Programma riguardante la trasformazione dell’area urbana del Cotonificio Honegger. L’obiettivo del Progetto era la riqualifica dell’area a fianco dell’ex-cotonificio (un bel prato) mediante la costruzione di un centro multifunzionale comprendente un’area commerciale, un cinema multisala, un centro fitness, un albergo, tre palazzi per 90 appartamenti, una galleria con negozi, una piscina, parcheggi.
Si dichiarava di voler promuovere la qualità urbana, creare posti di lavoro a livello locale e realizzare nuove attrezzature per l’adiacente Campo Falco.

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Erano previsti 230 mila metri cubi di nuove edificazioni, per una superficie lorda di 21 mila metri quadri: a suo tempo, qualcuno lo definì il più massiccio intervento edilizio mai realizzato sul territorio albinese.
Il valore complessivo dell’intervento ammontava a circa 80 milioni di €, ma la viabilità e le due rotatorie su Via Marconi, una presso l’ingresso a Via Duca d’Aosta, l’altra nei paraggi della Madonna del Pianto, in origine erano a carico del Comune.

Aprile 2004 – Amministrazione Cugini (Rizzi Vicesindaco): fu firmata una convenzione relativa all’Accordo di Programma e non fu considerata rilevante la variante del Progetto che prevedeva: un sostanziale ampliamento della parte commerciale, a fronte di una riduzione dello spazio riservato al multisala.
Tale variante originava da accordi che Zambaiti stava allora concludendo con Domenico Calzaferri, titolare della società Albino Prima, che si apprestava a rilevare l’intervento.
A fronte di ciò, non fu comunque richiesta alcuna modifica all’importo previsto per gli oneri di urbanizzazione.

Giugno 2004 – Amministrazione Rizzi: all’inizio del 2005 l’allora responsabile dell’Area Tecnica del Comune, Arch. Barbieri, rilasciò il permesso di costruire ad Albino Prima, non stimando rilevante la variante di cui si parlava sopra.
Segnaliamo che l’incarico di Coordinatore di Sicurezza del cantiere fu affidato al Geom. Barbieri, figlio dell’Arch. Barbieri (dal punto di vista normativo nulla vieta un’assegnazione di questo tipo).

Giugno 2008 – Amministrazione Rizzi: Albino Prima presentò richiesta di una variante che ridefiniva i volumi per residenza ed albergo previsti per l’area ed unificava due superfici medie riservate a strutture di vendita alimentari in un’unica superficie.

Febbraio 2009 – Amministrazione Rizzi: a riguardo della variante presentata da Albino Prima il Sindaco Rizzi chiese un atto d’indirizzo al Consiglio Comunale che venne approvato dalla sola componente leghista del Consiglio Comunale (le minoranze abbandonarono l’aula).
L’atto di indirizzo rimase comunque inapplicato, nacque un contenzioso tra il Comune ed Albino Prima e l’allora sindaco Rizzi preferì attendere le elezioni.

Giugno 2009 – Amministrazione Carrara: il Progetto Civico “Per Albino” vinse le elezioni.
Inutile ricordare che il Valseriana center, già ribattezzato da molti “ecomostro”, era già stato realizzato!
A fronte del rischio di vedere un suo progressivo deperimento ed il protrarsi infinito del contenzioso, l’Amministrazione Carrara decise di scegliere il male minore concedendo ad Albino Prima la variante, a fronte della realizzazione a suo carico della viabilità su via Marconi (valore 1.000.000 € che Rizzi aveva lasciato in capo al Comune), interventi sul Campo Falco, l’assunzione di 40 lavoratori, il ritiro della richiesta di risarcimento presentata da Albino Prima e la realizzazione del campo in erba sintetica al Rio Re.
Decise anche l’abbassamento di un piano delle tre torri residenziali già concesse verso il fiume Serio (e mai realizzate) e l’installazione dell’impianto fotovoltaico per 100 KW sul tetto della struttura (dove era stato previsto un parco verde!!!).Albino Prima 2
L’ipermercato “Il Gigante” e, poi, il centro fitness riuscirono ad avviare la loro attività, ma i negozi fecero da subito fatica a funzionare, forse anche a causa di un errore di progettazione che ne aveva previsto la realizzazione al piano superiore, con un difetto di visibilità.
Comunque sia, di cinema, albergo e piscina neanche l’ombra!

Gennaio 2016 – Amministrazione Terzi: fallimento della società Albino Prima (anche a causa di un’istanza presentata dai curatori fallimentari del cotonificio Honegger per un credito insoluto di circa 6 milioni di €, che Calzaferri – ex A.D. di Albino Prima – ritenne ingiustificata, affermando che gli accordi con Zambaiti erano stati rispettati).

Che dire? Il pensiero va alle difficoltà che stanno incontrando i commercianti che nel Valeriana Center gestiscono un negozio, all’incertezza per il loro futuro, e va alla possibilità che questa struttura, sovradimensionata e ingombrante, mai necessaria per la Città di Albino, vada incontro ad un ulteriore degrado.
Le attuali preoccupazioni sulla grave situazione in cui si trova il Valseriana Center sono figlie dell’errore strategico messo in atto dalle Amministrazioni targate Lega che hanno cambiato la destinazione da produttiva (decisa negli anni 90) a commerciale/terziaria, senza rendersi conto che tale trasformazione non avrebbe portato ad uno sviluppo industriale mirato, ma alla possibilità che i proprietari impiegassero l’area per incamerare denaro da vendite e concessioni edilizie.

Noi non avremmo mai autorizzato la realizzazione di una simile opera sul territorio albinese, anche alla luce del fatto che gli obiettivi della promozione della qualità urbana e della creazione di posti di lavoro che volevano giustificare la colata di tutto quel cemento, non sono stati raggiunti, e ora ci chiediamo come intenda muoversi il Sindaco Terzi (Capogruppo ai tempi di Rizzi).
In una recente intervista rilasciata ad “Antenna 2” non è sembrato molto informato sulla situazione (“sembra che i negozi siano ancora aperti… “, “non l’ho frequentato ultimamente…”): vi sembra normale che il Sindaco di Albino sappia poco o nulla di una simile situazione? E il Consigliere Delegato alle Attività produttive Davide Zanga? Quali iniziative ha promosso tra le parti in causa? Ha fatto qualcosa, oltre a quella di scrivere sui social come fossero l’organo ufficiale di comunicazione dell’Amministrazione?
Evidentemente il suo compito si esaurisce nel fare opposizione alla Minoranza (sì, avete capito bene, opposizione alla Minoranza!): in questi due anni la gran parte degli articoli pubblicati dal suo gruppo su questo mensile sono dedicati, direttamente o indirettamente, agli “Arancioni”.
Crediamo sia giunto il momento di dimostrare alla cittadinanza che la delega alle Attività Produttive non è stata solo un “contentino” (una delega alla Lega, una a Civicamente ed una a Forza Italia: sarà un caso?), ma che può essere resa effettiva ed efficace.
Su, Consigliere Delegato Davide Zanga, metta in campo le sue qualità, se non ora quando?
Come Minoranza siamo disponibili a fare la nostra parte, ma siamo in attesa che l’Amministrazione Terzi si metta in gioco direttamente, cercando di contribuire ad una soluzione positiva di questa vicenda: gli albinesi e i lavoratori del Valseriana Center se lo aspettano!

1 Comment
  1. Antonio

    Non ho ancora avuto modo di leggere il vostro resoconto della triste vicenda di VALSERIANA CENTER. Solo le prime righe, che mi hanno anche dato lo spunto per inoltrarvi le mie preoccupazioni anche per un’altra area, in prossimità dell’autosalone Colleoni, che è già stata devastata trasformando un bellissimo prato, scampato fin’ora alle benne degli scavatori, in un ammasso di terra, sassi e qua e la allarmanti tracce di urbanizzazione.
    Non so cosa abbiano in mente di abortire la dentro, ma di sicuro niente di bello ne necessario e men che meno utile. Tutto ciò che potrà nascere da quelle macerie, c’era già tutt’intorno: insediamenti industriali (vedasi quanti ve ne sono vuoti, abbandonati, fatiscenti etc. Tutti quelli nati una ventina di anni fa, eccoli li, morti, scheletriti. Perchè farne altri?
    Ugual discorso riguarda gli eventuali insediamenti abitativi. Ve ne sono a bizzeffe invenduti. Pura, semplice, becera speculazione!
    Perdonate la rabbia.
    Antonio Testa

    13 Maggio 2016 at 19:03

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