Se un muratore non sa fare muri dritti, forse sarebbe più utile che facesse altro. Nello stesso modo, se un macellaio non sapesse distinguere i diversi tagli di carne, probabilmente quello non sarebbe il suo mestiere. La cosa sarebbe ancora più opportuna se quel muratore, quel macellaio o qualunque altro lavoratore di ogni ordine e grado fosse pagato con i soldi della collettività. Diciamo questo perchè anche per il 2017 pare proprio che i cittadini di Albino e della Valle del Luio dovranno tenere le biciclette in garage oppure farle correre sulla pista ciclopedonale esistente.
Eh già, perchè al di là dei proclami, delle sparate sui social di qualche sostenitore ad interim e delle promesse elettorali rimaste tali, la pista ciclopedonale della Valle del Luio non solo non aprirà, ma giace abbandonata a se stessa. Non serve nemmeno entrare nel cantiere per vedere lo stato di degrado di un’opera pubblica, in parte già pagata alla solita ditta, che però da oltre un anno è incompiuta. I motivi ovviamente non li conosciamo. Prima ci hanno raccontato che era colpa della precedente amministrazione che aveva bloccato il ponte e quindi la pista non si poteva finire.
Poi c’è stato il sequestro dell’area di cantiere con tanto di diffamazioni da parte dell’assessore Coltura sul fatto che fosse stato proprio un “arancione” a far mettere i sigilli, certamente invidioso degli ottimi risultati del suo operato. Poi i sigilli sono stati rimossi, ma da allora l’opera giace abbandonata.
Il cantiere, per la cronaca, è spalancato e senza nessuna vigilanza, con tanti saluti a chi ha in mano la custodia del cantiere stesso e della relativa sicurezza. Perchè la gente, stanca di aspettare, la pista ha già cominciato ad usarla anche se non è terminata. E l’assessore? Come al solito fa quello che gli viene meglio: minimizza, farfuglia, rassicura. La realtà è che, ormai è evidente, l’Arch. Coltura non è in grado di portare avanti il proprio compito. E non perde occasione di dimostrarlo.
Al campo Rio Re il cantiere è fermo da mesi: l’operatore (sempre lo stesso) aveva iniziato il cantiere senza le relative autorizzazioni da parte del comune. Al parco di Prato Alto qualcuno aveva autorizzato l’apertura del nuovo bar-ristorante, salvo poi accorgersi che l’operatore (tranquilli, sempre lui) aveva realizzato un abuso edilizio grosso così! Tutti ai ripari, permesso di aprire revocato e battaglie legali che, naturalmente, sono iniziate di conseguenza.
Insomma, pare proprio che la gestione dei cantieri delle opere pubbliche non siano la cosa che viene meglio all’assessore alle opere pubbliche. Ma allora ci chiediamo: cosa aspetta il Sindaco a revocargli le deleghe? Nel frattempo attendiamo che i lavori della pista vengano quantomeno ripresi. Caro assessore, con il cuore in mano ci sentiamo di darle un piccolo consiglio: forse qualche post sui social in meno e qualche giro in più nei cantieri non guasterebbe. Nel frattempo i cittadini ringraziano.
0 Comment