VARIANTE AL PGT…DAVVERO CHIRURGICA?

VARIANTE AL PGT…DAVVERO CHIRURGICA?

Nel Consiglio Comunale di venerdì 29 marzo è stata approvata la Variante puntuale al Piano di Governo del Territorio Pgt, definita più volte dal Sindaco come “chirurgica”.
Il nostro voto è stato contrario, perché di chirurgico, pur apprezzando il fatto che tante richieste edificatorie siano state respinte, c’è stato poco o niente…

  • Queste le ragioni della nostra posizione:
    È sparita quasi ovunque la previsione di Residenza Sociale (l’obbligo di riservare in alcune nuove costruzioni una quota di appartamenti per facilitare l’accesso alla casa da parte di chi non ha la possibilità di comprarsi un alloggio sul libero mercato) inserita dalla Variante 3 di Luca Carrara: se in un caso può essere giustificata da un’operazione interessante come la demolizione di un edificio per allargare la piazza di Abbazia, in tutti gli altri NO (via Lunga, intervento Custal in via Aldo Moro, intervento Antares, Quartiere Fiorito, reinserita solo dopo nostra osservazione)!
    Questa amministrazione sta confondendo “il bisogno della casa” con “il bisogno della villa” in area agricola.
  • Si sbandiera il consumo di suolo zero ma è una bugia. Si è scelto di togliere un intervento unico a Piazzo, per il quale c’era una precisa compensazione tra insediamenti e acquisizione pubblica dell’area a parco agricolo, per distribuire una serie infinita di NE e spostamenti di volume che, di fatto, comportano anch’essi altro consumo di suolo.
  • La scelta di imporre in alcune zone l’allargamento di carreggiata e opere di urbanizzazione (illuminazione) in zone fuori dal centro urbano rischia di diventare l’alibi perfetto, un domani, per nuove costruzioni.
  • Si spostano volumi anche importanti in aree verdi o agricole, a volte in zone molto scoscese e davvero infelici. Le ricordiamo tutti le foto del Sindaco che va in sopralluogo con gli assessori regionali alle case allagate di via Cistercensi in Abbazia.
    Non possiamo non dirlo: quelle case sono state volute dalle amministrazioni delle quali lui oggi rappresenta l’elemento di continuità politica! E quello che è grave non è tanto che il Sindaco non abbia mai preso le distanze da un modello di sviluppo suicida, ma che oggi lo riproponga tale e quale!
    Un esempio:
    Il Piano di Gestione Rischio Alluvioni prevede la possibilità di esondazione del Serio nell’area Honegger? Questa amministrazione non se n’è neanche accorta, e dopo la nostra osservazione, ha deciso che dovrà occuparsene chi acquisterà l’area!!!
  • Dov’è finita la riduzione dell’area di rispetto della Valpredina? Ce la siamo persa noi oppure è rimasta una promessa da campagna elettorale per imbonirsi i cacciatori? Nel documento inviato al Comune, la Provincia ha evidenziato che, come avevamo sempre sostenuto, Albino non ha competenza sull’argomento.
  • È stata concessa una serie di volumi in aree extraurbane e/o periurbane che generano consumo di suolo o, comunque, peggiorano le condizioni delle aree agricole: le varianti 5, 6, 8, 9, 10, 12, 14, 16, 20, 22, 23, 24, 26, 31, 33, 39, 40, 41, 47, 50. Una politica del tutto analoga di quella dei “tempi d’oro” di Cugini / Rizzi, che del resto sono i padri putativi dell’amministrazione Terzi / Coltura.
  • L’abolizione del provvedimento di “lotto a scadenza” con il ripristino della possibilità edificatoria anche in zone affini alla “frana dei Provati”, dove, a fronte di concessioni già rilasciate, sarebbe stato prudente disincentivare nuove costruzioni.

Infine vogliamo puntualizzare alcune situazioni che meritano un accenno specifico:
NE6 Custal in via Aldo Moro: oltre all’eliminazione della residenza sociale, è stata aumentata l’altezza dell’edificio, che arriverà a 9,5 metri dal piano di via A. Moro, ma che dal livello del lato del torrente sarà di almeno 7-8 metri in più: un grattacelo a ridosso dell’Albina!

NE7 Antares in via Provinciale: oltre all’eliminazione della residenza sociale, è stata aumentata l’altezza dell’edificio, che arriverà a 16 metri e mezzo, un impatto veramente pesante per lo sguardo!

AMBITO PIAZZO:
nella precedente versione del Pgt sarebbe stata ceduta al comune insieme alle cascine, ora resta di proprietà di chi vorrà comprarla.
Condividiamo la scelta di eliminare la previsione insediativa e, conseguentemente, la rinuncia all’acquisizione del grande parco agricolo a patrimonio pubblico, ma lo strumento scelto per governare il recupero è troppo debole!
Anziché prevedere un Piano Attuativo, l’amministrazione ha scelto di utilizzare un Masterplan, strumento che:

  • non crea vincoli giuridici diretti
  • non prevede alcun processo partecipativo e di fatto demanda tutto alla giunta

Il rischio di favorire una vendita in tanti pezzetti indipendenti è altissimo, perchè il Curatore fallimentare cercherà di massimizzare il profitto.
Per fortuna è stata accolta la nostra osservazione con la quale si è reinserito l’obbligo che, in assenza di permesso edilizio convenzionato, possano essere effettuati esclusivamente interventi di consolidamento delle strutture.
È desolante constatare che l’esperienza dei sentieri chiusi tra Albino e Nembro non ha davvero insegnato niente. O più probabilmente, a questa amministrazione dei sentieri pubblici chiusi e della cura del territorio interessa meno di zero (come ben dimostra la vicenda dello stop all’intervento per la riapertura del sentiero vicino alla Cà di Fade).
Albino perde la possibilità concreta di riappropriarsi di un polmone verde.

AMBITO EX ITALCEMENTI:
incominciamo raccontando una storiella interessante!
Negli anni 1998-99 il comune si è accordato con Italcementi, allora proprietaria, per rilevare la strada e urbanizzarla, pagandola di tasca propria. Di fatto la cosa poi è andata nel dimenticatoio e, nonostante i solleciti di Italcementi, il Comune di Albino non ha mai perfezionato l’atto notarile di acquisto. Italcementi recentemente ha venduto tutta l’area, strada compresa, e chi ha acquistato ne è il legittimo proprietario. Peccato che il comune di Albino l’avesse già pagata e ci avesse fatto i lavori per urbanizzarla…

Adesso ci troviamo che i residenti possono passare solo perché il nuovo proprietario glielo concede per rapporti di buon vicinato, ma è evidente che una soluzione andrà trovata.

Nel Consiglio del 29 marzo si è discusso della richiesta avanzata dalla nuova proprietà di aumentare la SC da 10.000 a 12.000 mq: a nostro parere un aumento del 20% è ingiustificato, a fronte del fatto che la parte in piano è circoscritta al livello della strada. Il sindaco ha affermato invece che è del tutto congrua. Abbiamo quindi proposto che la concessione venisse subordinata alla richiesta di cedere gratuitamente al comune la strada che sale da via Cave alla chiesa di San Rocco di cui abbiamo raccontato, ma nonostante parte delle forze di Maggioranza fosse d’accordo, Sindaco, Segretario comunale dr.ssa Saia e Responsabile d’area geom. Tibaldi hanno portato motivazioni tecniche contrarie, affermando e che il proprietario dell’area non avrebbe avuto la possibilità di presentare una controproposta.

Si è quindi deciso di presentare un emendamento sottoscritto e votato da tutti i gruppi consiliari, nel quale si chiedeva di inserire questa condizione nel Masterplan previsto per la trasformazione dell’Ambito ex Italcementi: una scelta meno vincolante, ma che mette le parti nelle condizioni di arrivare ad un accordo e risolvere una questione surreale…

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